"IL CASO PORSENNA E LA SUA
VICENDA":
DOCUMENTAZIONE
RIASSUNTO CRONOLOGICO DELLA
VICENDA NATA DAL LIBRO:
Il
libro è stato finiti di scrivere
IL GIORNO 18 SETTEMBRE DEL 1995, alla creazione hanno collaborato:
Romagnoli
Stefano, Pellegrini Giancarlo, e
Vito De Ieso. Romagnoli Stefano
ha curato la parte tecnica Archeologica e storico/scientifica. Giancarlo Pellegrini
ha scritto i vari passaggi romanzati che si alternano tra un capitolo e l’altro.
Vito De Ieso ha curato il montaggio e
la parte grammaticale e dialettale. Ma veniamo alla spiegazione di “come
è nata l’idea di questo libro”: Io
Stefano Romagnoli, fin da piccolo,
ho incominciato ad immagazzinare migliaia di informazioni, riguardanti il
territorio in questione, essendo nato li, in campagna, ed avendo conosciuto
parecchi anziani abitanti di queste terre, ho avuto modo di raccogliere,
leggende , racconti, storie, e testimonianze, su tutto quello che riguardava la
parte Archeologica di queste zone.
Il lavoro più importante e faticoso, fu
quello per individuare, (tramite ricerche storico/scientifiche), il famoso
Sepolcro dove giaceva nascosto il RE PORSENNA, in una delle 14 zone da noi
descritte nel libro.
Altra scoperta fortuita, molto importante
fu la zona da noi chiamata "scalinata", nella Solaia, vicino a Castiglioncello
sul Trinoro, nel libro descrivemmo questa imponete costruzione, della quale
adesso se ne vede sono una parte, ove una scalinata in pietra portava ad una
parete rocciosa, finendovi addosso. E da allora incominciò il nostro
calvario, nell’intento di voler fare le cose in regola, e comportarci da buoni
ed onesti cittadini. Di seguito leggerete un riassunto
cronologico, riguardante tutto quello che è successo per questo LIBRO, e per le
cose che indicava. Nel testo
seguente, cercherò il più
brevemente possibile, di descrivere i principali punti che si sono susseguiti
durante la nostra (lunga e tortuosa) vicenda. Tutto è incominciato il 19 Settembre,
quando assieme a due altri miei amici e collaboratori, (De
Ieso Vito e
Pellegrini Giancarlo), durante la stesura dei testi, e l'elaborazione del
materiale cartografico, servito alla scrittura del LIBRO, che stavamo portando a
termine, ci siamo accorti di avere fatto casualmente parecchie scoperte,
in parecchie zone archeologiche che circonda il comune di SARTEANO.
Il libro che tratta, di archeologia
locale (Sarteano) riporta 14 siti archeologici, descritti nei minimi dettagli,
comprendendo Tombe violate ed anche ancora da aprire, “compreso il presunto
Sepolcro della Tomba del RE ETRUSCO PORSENNA, nei pressi del pianoro di S.
Giuseppino (Pianacce)”. Tutte le
mappe, disegni, e le scoperte, sono
venute fuori durante lo studio storico-scientifico del materiale elaborato, e
durante le ricognizioni campestri fatte per vedere, di persona, in dettaglio
tutti i punti descritti nel Libro. 14-09-1995
: Su suggerimento, e con il supporto dello studio Avv. VACCARO di ROMA
abbiamo presentato un
esposto a tutte le autorità (superiori), e quelle competenti di zona,
riguardante le scoperte effettuate durante studio scientifico per la descrizione
delle zone riportate nel libro,compreso al Presidente della Repubblica, l'Ansa e
tutti gli altri giornali più conosciuti. 21-09-1995
: La caserma dei carabinieri di Sarteano ci convoca per avvertirci che Il Procuratore della
Repubblica di Montepulciano ci voleva innanzi a Lui. Nello stesso tempo furono fatte dalla
Procura, delle indagini su noi tre per accertare che non eravamo recidivi, o
personaggi poco affidabili, o, che non avessimo commesso delle azioni illegali
nell'individuare le suddette Tombe, (Scavi Saggi Ecc.), addirittura c'era la
possibilità che venissimo accusati del reato di “Millantatori”, aver fatto
ricerche non autorizzate ecc ecc. 21-09-1995
Iniziani i sopralluoghi, con una ventina di auto e jeep , parteciparono: Con l'intera trup incominciamo a
visitare le 14 zone da noi indicate nella cartina topografica di riferimento,
allegata all'esposto, e per ogni presunta struttura sepolta da noi
individuata,
vennero presi appunti e misure, completi di fotografie, con uno di noi che
indicava sempre con il dito il punto preciso dove si sarebbe dovuto scavare per
portare alla luce le suddette strutture nascoste. 22-09-1995:
Arrivata la
lettera dalla
Procura dicendo, che le indagini su di noi erano terminate, ed il nostro caso
archiviato, senza che fosse stato trovato alcun reato nelle nostre azioni,
quindi adesso si poteva procedere con la pubblicazione del LIBRO, che poi per
mancanza di fondi, e per garantire una maggior tutela del patrimonio artistico,
non venne pubblicato. 25-01-1996
: Il soprintendente Dott. Nicosia ci scrive ancora asserendo questa volta: che la tomba Del Re Porsenna
era a Chiusi e non a Sarteano, ( Non considerando il fatto importante che il
territorio Chiusino a quei tempi, si estendeva fino sopra le colline di
Sarteano, e quindi all'epoca, si poteva dire tranquillamente che era stato
seppellito a Chiusi), continuando a parlare di errori secondo lui da noi fatti, ed ancora
che ci eravamo confusi, le tombe riempite e già scavate in passato, con quelle
inviolate, mentre invece le nostre indicazioni riguardavano per la maggiore
“campi in piano”, e certamente le nostre segnalazioni sarebbero state
confermate, solo dopo scavi sistematici, con l'intento di verificare se tali
sepolture nascoste esistessero realmente. 08-02-1996
:
Chiediamo alla Procura
di Montepulciano Il rilascio
di tutti i verbali di sopralluogo. In quella occasione alla Dr.sa furono
consegnati parecchi documenti, tra i quali il Libro che stavamo portando a
termine, all'interno del quale esistono descrizioni dettagliate di tutte le zone
da noi menzionate nell'ESPOSTO. Quel colloquio purtroppo non ci aiutò
molto, non ottenemmo neanche il minimo cenno di una collaborazione, anzi fummo
rimproverati, e quindi senza aver avuto modo di poterci esprimere, decidemmo di
abbandonare quel colloquio (turpiloquio), l'atmosfera del quale non era
certamente di nostro gradimento. Cominciammo a capire, che tutti quei
Signori si erano sentiti scavalcati da noi tre semplici cittadini, e che a loro,
la cosa proprio non andava giù, e che avrebbero fatto di tutto pur di non darci
soddisfazione. Infatti noi tre,
(nemmeno laureati) nel nostro intento, anche se involontariamente, abbiamo in un
certo senso (messo in dubbio il prestigio di certe Persone), dimostrando di
essere all'altezza di compiere studi, e di effettuare importanti scoperte, tante
più di quante ne siano state fatte in questi anni dagli (addetti ali lavori). 18-03-1996
:
Invito a noi, ed alle
agenzie di stampa alla conferenza, tenuta Nella Procura di Montepulciano,
Indetta dal Sua Eccellenza Federico Longobardi. 2 (I nostri avvocati, hanno fatto
“scena muta”, forse non erano all'altezza della situazione, l'Arch. Mirabonomi
ha avuto anche lui un po' di timore del Sopr. Nicosia, e così si è limitato a dire
dove, forse aveva individuato la locazione dell'allora Mausoleo del Re Etrusco, (ma non
la sepoltura); comunque all'interno di uno dei 14 punti da noi segnalati. 10-05-1996:
Invio dei plichi con l'intera documentazione ritirata in Procura al Ministro
Dott. Veltroni, con l'intento di far conoscere la nostra vicenda ad un
Personaggio molto importante, e così cercare di ottenere una mano in
qualsiasi modo Lui avesse potuto darcela.
15-05-1996
: I plichi da noi inviati erano assicurati e raccomandati, ma fatto sta che
andarono persi (fatti sparire?..) . Insomma ogni nostra iniziativa
sembrava dovesse andar male, caso…; Sfortuna…; oppure....? 20-06-1997
: In località Macchiapiana
“Zona nella nostra piantina “ anche quella da noi segnalata, e interessata dai
sopralluoghi del 1995, vengono ritrovati
dal gruppo archeologico due Canopi In Bucchero di elevata importanza.
24-08-1997
: Rapporto di valutazione dei nostri ritrovamenti scritto dal dott. Mirabonomi (Esperto valutatore
incaricato dallo Stato). 10-10-1997
:Lettera da parte del Ministero (Roma). 20-10-1997
: Lettera da noi al Ministero, chiedendo di poter intraprendere, di nostra
iniziativa dei saggi di ricerca, in alcuni punti da noi segnalate, a nostre
spese a con l'assistenza della Soprintendenza locale. 04-11-1997
: Risposta alla lettera del 20-10-1997. 12-11-2000:
Primi scavi in località pianacce. Il risultato di quei saggi, portò
alla luce n° 2 Tombe di tipo a camera con DROMOS, ed un altro DROMOS più corto.
Gira voce (anche sui giornali locali), che
abbiano trovato durante questi scavi, Vasi Dipinti, una dozzina circa in una
camera tombale ancora intatta. Qualche mese dopo, le ricerche (da
parte del gruppo archeologico Sarteanese), sono andate avanti, ed ecco la
spiegazione dei risultati: NATURALMENTE IN TALE PIANORO NON CI
DOVEVA ESSERE NIENTE…….. DICEVANO………. Queste ultime due tombe sono più
profonde delle prime, spostate a nord rispetto alle altre, non si capisce bene ,
se potessero essere già state profanate, o se erano (inviolate), e quindi con
reperti archeologici al loro interno. Tutto questo resta un mistero perché
non essendo stato reso pubblico il ritrovamento, non ne abbiamo notizie
concrete. Ci parve anche molto
strano, che: il MINISTERO, (il quale aveva ricevuto ormai parecchio del nostro
materiale, descrivente anche i punti di scavo), come avesse potuto dare una
concessione di ricerca, in un punto dove noi (già da tempo), segnalammo
l'esistenza di importanti sepolture. Non sapendo chi avesse potuto
procedere a tali scavi, per precauzione abbiamo fatto una denuncia alla Procura
descrivendo gli scavi che abbiamo visto in località pianacce, non si sa mai,
poteva essere opera di scavatori clandestini, visto che nei pressi (durante il
nostro sopralluogo) non vi era nemmeno uno scavatore, non esistevano cartelli
con la scritta "scavi in corso", e null'altro che potesse far pensare ad una
campagna di scavo regolarizzata, fatta da parte della Soprintendenza o
comunque da un gruppo archeologico autorizzato. 24-05-2001:
Lettera al Presidente della Repubblica On. Ciampi. 01-06-2001:
Il Presidente Della Repubblica ci risponde che non è un suo compito, ribadendo
di rivolgerci ad un organo di competenza, e dicendoci che tale esposto lo
avrebbe recapitato, al Ministero incaricato. 07-08-2001
: E' arrivata una lettera dal Ministero “Roma”, indirizzata al Soprintendente
Archeologico della Toscana (Firenze), e per conoscenza a noi tre. 28-08-2001
: E stata aperto, il "DROMOS e la tomba", “ultima di sinistra fine pianoro ovest”, gemella di
quella a fine pianoro, ad est (denominata tomba di san. Giuseppino o delle
pianacce), aperta da sempre, come si vede nei riferimenti della nostra mappa. 10-09-2001
Lettera da parte Dell'Avv. Rossi Lorenzo (di Sarteano) al Dott. Proietti
(Ministero), Dott. Bottini (Soprintendenza di Firenze) , ed alla Procura della
Repubblica di Montepulciano. 09-09-2003
Sempre località Pianacce, apertura di un'altra camera tombale, e nessuno ci ha
avvertiti nemmeno questa volta. 11-12-2003
Apertura della Tomba (subito denominata) delle Meraviglie, con dipinti parietali
di inestimabile valore, subito dopo vari articoli e notizie da tutte le fonti di
stampa, si parla anche di una collana in oro. 14-01-2004
Mandata lettera Al Ministero ecc ecc, ove viene ricordato il fatto che (fino a
prova contraria), gli scopritori siamo ancora noi, e confermiamo ancora
una volta il fatto di essere stati esclusi da questa vicenda, mentre in alcuni
quotidiani, si tenterebbe, di far credere (in alcune interviste rilasciate da
parte di componenti della Soprintendenza), che le scoperte in quel punto siano
da attribuirsi non a noi, ma ad altri Signori, intervenuti sette anni dopo le
nostre segnalazioni. Nella nota (allegata) “Prot. N° 6560”
il Redattore (Dott. Mario Iozzo), scrive la seguente frase: “I Sigg. De leso, Pellegrini e
Romagnoli hanno utilizzato un carta catastale in scala 1:50.000 del territorio
comunale di Sarteano e vi hanno semplicemente tracciato dei circoli che
delimitano (tra l'altro in maniera approssimativa e il più delle volte anche
parzialmente errata e incompleta) alcune aree archeologiche.” Vorrei smentire
definitivamente questa
affermazione ricordando quanto segue: La suddetta “Cartina
con ampi cerchi” è servita nel 1995 solamente come strumento di riferimento alla
commissione d'inchiesta che ha effettuato i sopralluoghi dentro ognuno dei 14 cerchi. A tali precise segnalazioni,
avvenute sul posto era presente il rappresentante della Soprintendenza locale
“Dott. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni Archeologico della
Toscana”, il quale dopo aver acquisito minuziosamente tutte le (indicazione)
voglio sperare abbia logicamente fatto un “rapporto dettagliato” alla Soprintendenza,
o comunque ad un suo (superiore). Tali rapporti di sopralluogo,(tutti
registrati agli atti presso la Procura della Repubblica di Montepulciano),sono
tutti controfirmati a testimonianza da rappresentanti di inconfutabile
affidabilità, dei quali ne segue un elenco: Pellegrini, Romagnoli, De Ieso, M.llo
Luigi TARDANI della sezione di P.G. di MONTEPULCIANO, del M.llo BONI Luigi della
Sezione Carabinieri di Sarteano, del Brig. Pietro VENTURA del NORM di
Montepulciano, dell'App. Vincenzo VENO della Sezione di P.G di Montepulciano del
M.llo Leonardo LUCII del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze, dell'App.
Marco PANUZZI del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico di Firenze nonché con
l'assistenza del Dr. Giulio PAOLUCCI - Ispettore Onorario per i beni
Archeologici della Toscana e del Dott. Arch. Mira BONOMI Angelo Vittorio questo
ultimo nominato consulente tecnico ai sensi dell'art. 359 C.P.P. dal Procuratore
della Repubblica (ed in persona) Il Procuratore della Repubblica Dott. Federico
Longobardi. Siamo fermamente convinti quindi,
di aver fornito “segnalazioni dettagliate”, e che tutti i firmatari dei verbali
di sopralluogo, (condotti sui posti) si ricorderebbero esattamente dove
indicammo i punti esatti da scavare, anche nel caso della tomba delle PIANACCE
(denominata Quadriga Infernale), della quale avevo
fornito l'esatta posizione su una cartina in
scala consegnata durante i sopralluoghi al redattore dei verbali nel 1995. Sempre Nella nota (allegata) “Prot.
N° 6560” è scritta la seguente frase: “Quanto, poi, al
rivendicare la paternità della scoperta della tomba dipinta rinvenuta lo scorso
Ottobre 2003 nella necropoli delle Pianacce (Podere Le Tombe), non
corrisponde al vero che lo scavo abbia restituito "importanti reperti, tra i
quali urne e sarcofagi"
Come si può chiaramente notare dalle
parole (sopra,sottolineate), lo scrivente non aveva le idee tanto chiare riguardo la
topografia della zona. Insomma una grande confusione, non si
capisce bene cosa volesse dimostrare lo scrivente, con certe frasi intersecate
e intricate, sembrerebbe quasi un tentativo di affrettata e confusa difesa, nei
confronti delle nostre rivendicazioni. Il paragrafo seguente fa sempre parte
del documento “Prot. N° 6560”: “La tomba è venuta alla luce in
un'area già nota in dettaglio; da sempre (ben prima delle presunte segnalazioni
dei Sigg. sunnominati, visto che esistono relazioni di scavo pubblicate nel
Bollettino dell'Istituto di Corrispondenza Archeologica del 1836, del 1840 e nel
Corpus Inscriptionum Etruscarum, nn. 1421-31) è nota l'esistenza di tombe
nell'area, come rivela lo stesso toponimo "Podere Le Tombe" e da almeno 15 anni
è stato in pratica individuato persino l'allineamento preciso degli ipogei: ed è
proprio questa la ragione per la quale l'area è stata sottoposta a vincolo ai
sensi della L. 1089/1939, con Decreto del 3.2.1984, e per la quale vi si
conducono scavi sistematici (nel 1955-56, nel 1965 e negli anni '80 condotti da
questa Soprintendenza; successivamente, dal 2000, condotti a spese
dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione
dal Ministero). Come si potrà notare dalle parti
sottolineate, in questo paragrafo viene fatta ancora una grossa
confusione, confondendo i ritrovamenti e le date, riguardanti la località (Podere
Le Tombe), con quelli invece della
questione in corso, cioè (Località
Pianacce) dove è in atto la campagna
di scavo. Infatti, le date
sottolineate, si riferiscono (se non erro) a ritrovamenti effettuati in passato
nella zona archeologica del (Podere
Le Tombe), che come abbiamo detto, è
del tutto fuori dalla nostra questione attuale. La frase: “Dal 2000, condotti a spese
dell'Amministrazione Comunale di Sarteano che ha ottenuto regolare concessione
dal Ministero” invece si riferisce alla zona giusta (Le Pianacce), ma è
intersecata in un discorso che parla di una
diversa zona. Per quanto riguarda
poi “le nostre scoperte fortuite”, l'argomento è già noto alle Autorità
competenti, le quali hanno avuto modo tramite “decreto di archiviazione”, di
confermare il fatto che, durante il nostro operato
non sono stati commessi reati, tanto meno “Ricerche sul
terreno non autorizzate”. "IL LIBRO INDAGATO": Tutto il materiale
raccolto ci
permise di suddividere la descrizione del territorio, in questione in 14 zone
"di alto interesse Scientifico e Storico", elaborando tali dati, ed
assemblando, mappe
cartine e topografia, sono saltate fuori per (logica intuizione), parecchie
scoperte. 26-02-2004:
Lettera da parte del Sindaco inviata al mio indirizzo: 08-08-2004
: Invio dell'esposto alla Procura della Repubblica di Montepulciano: 06-06-2005
Ritiro del decreto di archiviazioni del nostro esposto. 07-06-2005
Presi contatti con un grosso Studio di Avvocati Amministrativi Civilisti di
Milano, dopo la consegna dei 600 documenti, che descrivono la vicenda, e dopo la
loro visione da parte di esperti, lo Studio ci risponde che non ci sono
problemi, l'unico inconveniente sarebbe la distanza per poter operare nella
nostra zona, oltre all'elevato costo in denaro dell'operazione. Nel frattempo
cerchiamo di mantenerci (a galla), attraverso alcuni articoli e dichiarazioni,
sui giornali locali e non. L’intento è quello di tentare di venire considerati
scopritori, perlomeno Scientificamente, anche per quanto riguarda l'opinione
pubblica, soprattutto, perchè non stiamo facendo una bella figura, visto che
parecchie persona non sanno come sono andati realmente i fatti. 19-08-2005
Inviato sollecito al Ministero “Direzione generale”, Soprintendenza Firenze,
Procura della Repubblica e Soprintendenza locale di Chiusi, al Dott. Mario Iozzo 27-08-2005
Ricevuta risposta al sollecito inviato il 19-08-2005 "il quale sollecitava il
riconoscimento per la scoperta delle Tombe Etrusche in località Pianacce a
Sarteano (Si)", scrive la Soprintendente per la Toscana Dr.ssa G. C. Cianferoni. La nostra vicenda si fa ancora più
lunga: Nonostante le tante controversie, e
lettere che ci siamo scambiati con i vari organi competenti della controparte, ancora si vuol
insistere sui soliti punti, usati quali motivazioni per negarci ancora , i
nostri legittimi titoli , riconoscimenti, e meriti di Scopritori. Cercheremo adesso di
spiegare, in modo semplice e chiaro, quali sono i punti della nota, a noi inviata, i
quali non avendo riscontro nella realtà dei fatti, debbano in ogni caso essere
considerati smentiti, o comunque da non potersi utilizzare nell'intento, di
negare qualcosa "per i quali". Il primo punto:
(dalla lettera della Soprintendente): "secondo la normativa vigente, il premio
di rinvenimento spetta in caso di "scoperta fortuita" di un bene archeologico
mobile o immobile (e non di apposite ricerche, le quali devono essere sempre e
comunque autorizzate preventivamente dal Ministero ed essere integrate anche
dall'autorizzazione scritta dei proprietari dei terreni ad effettuare
ricognizioni sulle loro proprietà) Il decreto di archiviazione della
Procura della Repubblica del 20-09-1995 , nella sua sentenza, parla
chiaro, le indagini preliminari hanno stabilito che in tutta la nostra vicenda
non avevamo commesso nessuno dei seguenti tipi di reato: "ne diffusione di
notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità popolare,
tentativi di truffa e violazione, ne delle norme per la tutela delle cose
d’interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939
n. 1089". Appare dunque
chiaro
che tale sentenza, smentisca
l'accusa
di aver effettuato "ricerche
archeologiche non autorizzate", tutte le nostre ricerche sono state infatti
del tipo (Storiche Scientifiche), e sono servite
solo ed esclusivamente "come conferma
anche la Procura nelle sue relazioni", alla scrittura dei testi del nostro
libro, il quale raccontava dei segreti nascosti nelle terre del Re Porsenna,
avvalendosi soprattutto, dei racconti, storie e leggende di vecchi abitanti
delle campagne Sarteanesi, di lettura e traduzione di alcuni testi del Varrone.
Le vere (scoperte fortuite) sono
avvenute, infatti, durante l'elaborazione delle mappe da me disegnate su base
topografica, e l'individuazione (puramente casuale) delle precise locazioni
delle sepolture in questione, è avvenuta (a tavolino), dove erano stesi
tutti i fogli che avrebbero composto il libro. Non credo neppure,
sia stata intenzione (della Soprintendente), quella di mettere in dubbio il
lavoro svolto dalla Procura, la quale come già più volte ricordato, aveva già
smentito nel 1995 tali presunti reati nei nostri confronti, evidentemente non
era a conoscenza della sentenza di cui abbiamo appena parlato. ****************** Va ricordato inoltre, che dopo la
nostra denuncia di scoperte fortuite, chiedemmo ufficialmente al Ministero una
concessione di SCAVO, attraverso la quale volevamo dimostrare, che le nostre non
erano SUPPOSIZIONI, ma certezze. Non ci fu concessa:
rispondendo che non eravamo una università, e nemmeno un ente qualificato ad
effettuare ceri tipi di lavori, mentre invece in una lettera ufficiale (il Dott.
Iozzo) ci scrisse: "Per quanto riguarda la concessione, basta inoltrare una
richiesta a questa sede, e verrà valutata". Tali certezze, si sono comunque
concretizzate! Infatti gli scavi eseguiti dal Gruppo Archeologico locale,
riportarono alla luce, negli esatti punti da noi indicati le Tombe (beni
immobili), con al loro interno
alcuni reperti, (beni mobili),
quindi, quando le precise indicazioni, vengono confermate, dalla reale esistenza
dei beni, la SUPPOSIZIONE (da noi mai fatta in quanto "noi supponiamo" non lo
abbiamo mai detto), decade comunque inevitabilmente. Sempre a prova del fatto che le
nostre furono tutte "affermazioni" e non supposizioni, riporto una frase
contenuta, nel verbale di sopralluogo del 27.9.1995 (Allegato 3) : "All'uscita
del corridoio gli esponenti indicano con l'indice più volte fotografato
l'esistenza del perimetro della tomba mausoleo". Lo scopritore è letteralmente
"chiunque scopre un tesoro nascosto (codice civile), il fatto che il tesoro sia
o no, al momento visibile, non deve influire sull'importanza ed il merito della scoperta.
E' la fiducia, da parte delle
istituzioni (alle quale lo scopritore segnala la scoperta), che deve essere buona,
altrimenti può essere scambiato (l'evento steso), per una "supposizione", solo
però fino al momento dello scavo, quando diventa "realtà", e quindi certezza.
Ed è altrettanto vero, il fatto che
lo scopritore non può (onde mostrare, a chi percepisce la segnalazione),
scoprire, ne in ogni modo portare alla luce il bene individuato, in quanto
commetterebbe un reato. Spetta quindi a chi ha ottenuto
regolare concessione, il compito di togliere la "terra" e vedere quindi la
sostanza, la forma e l'entità del bene scoperto e segnalato dallo scopritore. ******************** Secondo punto:
"la scoperta deve riferirsi ad un bene mobile o immobile ben definito e non
all'identificazione o alle ipotesi di identificazione". Ed, infatti, la nostra scoperta si
riferiva esattamente a beni "mobili ed immobili ben definiti", quali
(Tombe etrusche con all'interno eventuali reperti Archeologici), c'era solo un
piccolo particolare, "per vederle bisognava togliere la terra che le ricopriva",
e questo di certo
non era compito nostro,
in quanto la legge ce lo vietava.
In quanto all'aggettivo "ben
definiti", noi avremmo voluto fornire, (durante i sopralluoghi indetti dalla
Procura), anche le misure, quali grandezze lunghezze e profondità, ma non fu
fatto, per mancanza di tempo, ed anche per non fornire dettagli troppo precisi,
e quindi difficilmente interpretabili, se non si fosse capito bene come li
avessimo ottenuti a suo tempo. Un altro importante particolare da
aggiungere: Noi abbiamo usato convinzione e
fermezza indicando tali punti, non usando
mai la parola (forse), eravamo, sicuri e convinti di certe affermazioni, gli scavi
eseguiti dal Gruppo Archeologico locale, in tali località, confermarono pochi
anni fa, che non erano supposizioni, ma certezze. ********************* Terzo punto:
"le aree in questione erano già note". Non vedo il valore pregiudicante di
tale affermazione, tutti sanno che Sarteano è un paese circondato da "aree
archeologiche già note", lo dimostra il fatto che i Conti ed i Marchesi, a loro
tempo facevano scavare le Tombe agli operai, certo ancor prima della legge del
39, in tutto il circondario comunale. Dunque: se la maggior parte delle
aree che circondano il mio Paese, sono già note, "cosa che tutti sanno", questo
sta a significare che le (scoperte fortuite) non valgono, o comunque non sono
valide? e questo quindi :"da nessuna parte" ? A noi non risulta, che nelle
normative e decreti legislativi in vigore, si escludano i riconoscimenti, quando
uno scopritore individua qualcosa, aree già note, o per lo meno non se ne parla. E' ovvio in oltre, che la maggior
parte delle scoperte debbano per logica, avvenire in aree archeologiche, per il
semplice motivo, che al di fuori delle stesse, e molto difficile trovare
sepolture importanti, salvo in qualche sporadico caso isolato. In fine non vorrei insistere troppo
su questo argomento, per il semplice motivo che, se ben ricordo: nelle "ZONE
ARCHEOLOGICHE", non si può costruire e ne edificare, mentre invece a pochi metri
da quella "quella in questione", è stata costruita addirittura una
zona industriale, ed ancora più vicino, a pochi metri dagli scavi attuali, due
ville private, una delle quali, sopra Tombe etrusche, nelle
quali uno di noi tre, di persona da ragazzino andava a giocare prima della
costruzione di tale villa. Quanto detto sopra, si può verificare
facilmente con un semplice sopralluogo, (sempre che il padrone dell'edificio in
questione), non le abbia volutamente ricoperte , comunque sia, sappiamo mi il
punto preciso della loro locazione. 03-11-2005:
Inviato esposto che smentiva la lettera della Soprintendenza alle stesse sedi, e
fatto un comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche locali. 28-11-2005:
Risposta alla smentita di qui sopra: 01-12-2005:
Esposta una denuncia al Mediatore Europeo per i diritti del cittadino, la
denuncia riguarda la suddetta lettera della Soprintendenza, la quale afferma e
ci incolpa di aver effettuato ricerche non autorizzate. 22-12-2005:
Fatto un esposto alla Procura di Montepulciano, indirizzato al Procuratore dove
si descrive il comportamento della Soprintendente, la quale ci accusa
di un reato non commesso. In tale esposto si chiede alla Procura della
Repubblica di Montepulciano di poter intervenire in quanto la nostra reputazione
veniva offesa in modo grave e diffamante. 25-12-2005: Risposta da parte
del Mediatore Europeo del Tribunale per l’Europa. 24-01-2006:
Il Mediatore Europeo, mi scrive dal "Tribunale Europeo", dicendo che, del mio
caso se ne dovrebbe occupare il "Difensore civico per la Toscana", mi manda in
oltre l'indirizzo di riferimento, il telefono e mi consiglia di mandare Lui
tutti i documenti inerenti al mio caso. 27-01-2006:
Arrivata dalla Procura della Repubblica di Montepulciano la notifica di
archiviazione del caso "denuncia Soprintendente". Il caso è stato archiviato
senza intervenire. 27-01-2006: Inviati
documenti al Difensore Civico Per la Toscana, facendogli presente che anche il
Mediatore Europeo, era convinto del fatto che la questione era di competenza
dell'ufficio in questione. 28-02-2006:
Lettera arrivata da parte del Difensore Civico Per La Toscana, dicendo: "purtroppo
devo informarla che la vicenda non rientra nelle competenze dello scrivente
Ufficio, poiché le questioni di natura penale, possono essere accertate soltanto
dalla competente autorità giudiziaria".
Continua............... prossimamente
Romagnoli Stefano - Pellegrini Giancarlo - De Ieso
Vito
Da me così denominato per il fatto che tra
le altre scoperte, nel 1995
in una delle 14 zone denunciammo l'ipotetica esistenza
della sepoltura del famoso Re Etrusco "PORSENNA".
AREA RISERVATA
"LA RASSEGNA STAMPA SULLA VICENDA"
La necropoli delle
Pianacce.
"SEGRETI DEL PASSATO"
IO CITTO TU CITTA
“I SEGRETI NASCOSTI SULLE TERRE DEL RE PORSENNA”
Fin da adolescente appassionato delle “zone Archeologiche”, e di tutto quello che
riguardava tesori nascosti, e storia antica, incominciai a fare di persona delle
piccole ricerche, al solo scopo di verificare, vedere, e poi presupporre i punti
dove si sarebbero dovuti trovare tesori ancora nascosti.
Studiando i posti dove si potevano vedere le sepolture già depredate, per poi
paragonare le lori strutture geometriche, in luoghi dove non si vedevano ed
erano ancora da scoprire.
Ben presto col passare degli anni mi resi conto di avere un “intuito per tutto
quello che era di nascosto, molto al di sopra del normale, insomma sapevo
individuare con estrema semplicità parecchie “cose nascoste”.
Un bel giorno conobbi Giancarlo e Vito, i quali mi proposero di sfruttare tutte
le mie conoscenze ed esperienze, per scrivere un libro speciale, che avrebbe
svelato dove si sarebbero trovati tutti i tesori, le strutture archeologiche, e
tutto ciò che ancora era nascosto, ma che io ne conoscevo le esatte locazioni.
Ecco come mettemmo insieme il libro, una serie di descrizioni dettagliate di
14
zone archeologiche, non solo parlandone e descrivendone quello che si poteva
vedere di persona li sul posto, ma includendo nelle descrizioni quello che c’era
ancora da portare alla luce, indicandone anche i punti.
Sopra questa struttura rupestre di epoca remote, in tempi più recenti vi sono
stati costruiti come dei rifugi, quasi fosse un eremo, forse l'eremo di cui si
parla in Paese: "quello di Fra Bonaventura"
Dopo la fatica per mettere insieme il tutto, e cercare di far filare i discorsi
al meglio, saltò fuori il primo problema: "se avessimo pubblicato il libro così
come era avremmo corso il rischio di essere accusati, per aver messo a rischio
il Patrimonio Archeologico, indicando di persona a tutti i punti esatti dove si
trovavano certi (tesori)".
Data l'importanza, e la segretezza di alcune intuizioni da noi scritte, abbiamo
creduto necessario denunciare tali (scoperte fortuite) alle autorità competenti “più
alte”, e consegnare l'intero libro alla Procura della Repubblica di
Montepulciano, affinché venisse analizzato, prima di una eventuale
pubblicazione, onde tutelare il più possibile il “Patrimonio Artistico” ancora
nascosto, ma che il libro avrebbe (svelato) molto dettagliatamente.
Ci presentiamo In Procura, muniti di libro, e cartine topografiche, e dopo aver
spiegato in poche parole la vicenda al Sig. Procuratore (Federico Longobardi),
lo stesso ordina una serie di sopralluoghi in tutte le14 zone, e pretende
indicazioni precise (e non supposizioni), su i punti da scavare, fotografando
minuziosamente, ogni nostra indicazione come prova di riferimento da archiviare,
tutto questo, in presenza dei vari rappresentanti delle autorità competenti, tra
i quali anche l'ispettore onorario della
Soprintendenza locale.
Il Procuratore della Repubblica, dott. Federico Longobardi;
il C.T.U della Procura arch. Angelo Vittorio Mira Bonomi;
l'Ispettore Onorario per i Beni Archeologici, Dott. Giulio Paolucci;
il Brig. Comandante Inter.Staz Rur.o Moreno;
il V.Brig. Pietro Ventura;
l'app. Set. P.G. .,Vincenzo Veno;
il Sig. Giancarlo Pellegrini;
il Sig. Vito De Ieso; il Sig. Stefano Romagnoli;
il ML.llo Ml. re S.U.P.S. Luigi Tardani.
Ed una decina di assistenti dell'arma, e della Forestale.
Tengo a precisare che, il rappresentante della Soprintendenza (Ispettore
Onorario di zona), era contrariato ogni volta, e disapprovava quasi tutte le
nostre affermazioni, ripetendo continuamente che, in quel posto non poteva esserci niente, firmando ad
ogni scrittura sul posto, la sua convinta dichiarazione.
In una occasione lo sentimmo affermare anche: "Io Sarteano ve lo regalo (come
zona archeologica), tanto non c'è nulla di importante".
Nel decreto di archiviazione infatti venne sentenziato: "nessun tipo di reato:
ne diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, abuso della credulità
popolare, tentativi di truffa e violazione delle norme per la tutela delle cose
d’interesse artistico e storico (artt.657.56.640.661 C.P e Legge 1 giugno 1939
n. 1089".
27-10-1995 : Il Soprintendente
allora in carica "Dott. Nicosia" scrisse una lettera alla Procura, ed a noi per conoscenza:
Nella lettera il Soprintendente dice che noi ci siamo sicuramente sbagliati, e
che le tombe da noi indicate non esistevano, aggiungendo una frase, che col
passare degli anni diventerà poi sempre più ricorrente: “Le zone da voi indicate
erano già note”, infatti si da il caso che tutte le zone intorno a Sarteano
siano già note da centinaia di anni, ed anche la maggior parte della Toscana e
piena di "zone archeologiche già conosciute da anni", ma non per questo si può
rifiutare una (scoperta fortuita) nelle nostre zone.
Concludendo ci fece capire che era
arrabbiatissimo con noi tre, perché avevamo avvertito la stampa, e il Presidente
della Repubblica, e così facendo avevamo creato un putiferio, invece Lui avrebbe
voluto che fossimo andati a dire queste cose scoperte, direttamente al più vicino organo
competente (Soprintendenza locale di Chiusi).
Nel frattempo siamo andati a parlare a Chiusi, con la Direttrice Dott.ssa
Rastrelli, con l'intento di offrire la nostra totale collaborazione.
A questa conferenza ci sono stati solo 2 episodi dominanti:
1 (Il soprintendente Nicosia che diceva: “ Anche io avrei potuto fare dei cerchi
in una cartina e dire: “Tutto quello che è all'interno di questi cerchi l'ho
trovato io”, arrabbiandosi molto, senza accennare nemmeno l'ombra di una
collaborazione.
Nessuno è riuscito a dirgli come sono andate veramente le cose, cioè : i
sopralluoghi, le foto, i punti di riferimento, tutto in presenza anche di un suo
rappresentante.
Facemmo una denuncia alle Poste Italiane, a causa della gravità del fatto.
Dopo 2 giorni mi telefonò personalmente il Direttore delle Poste, chiedendomi di
ritirate la denuncia, in cambio mi avrebbero rimborsato la spese, accompagnate dalle
“scuse”.
Nessuno che ci avesse saputo/voluto, dare una mano, ne offerta una possibilità
di colloquio da parte della controparte.
RELAZIONE DE L C.T.U DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO LA PRETURA
CIRCONDARIALE DI MONTEPULCIANO IN MERITO ALL' ESPOSTO DEI SIGG GIANCARLO
PELLEGRINI, STEFANO ROMANGOLI E VITO DE IESO.
In questa relazione Il Mirabonomi conferma alcune delle nostre affermazioni, ma
per quanto riguarda la sepoltura del Re Porsenna, non è d'accordo , infatti lui
si era convinto che la Tomba ed il Mausoleo erano la stessa cosa, non aveva ben
capito che noi abbiamo individuato l'eventuale “sepoltura del RE”, che non ha
niente a che vedere con il Mausoleo, il quale si trovava dall'altra parte
dell'altopiano, zona da noi segnalata con il n° 14, sul quale poggia la parte
est del paese di
SARTEANO.
In questa lettera il Dott. Mario Serio ci dice: “Le zone da voi indicate sono
tutte su un terreno archeologico già esplorato anni fa da Maetzke, quindi la
vicenda si considera esaurita.
Allora se Sarteano è tutta una zona archeologica esplorata dal prof. Maetzke, le
scoperte fortuite non valgono?
E poi: In questo paese, in quelle da lui dichiarate “zone archeologiche”, non si sarebbe dovuto
edificare case, e zone industriali, visto che in zone
archeologiche (non si può costruire)?
In fine se le zone erano tutte già state sistematicamente esplorate dal Sig.
Maetzke, come è possibile
che ci siano ancora così tante sepolture da portare alla luce, forse gli
sfuggirono?
Il Ministero ci risponde che gli scavi possono essere effettuati solamente dalla
Soprintendenza, oppure da un istituto universitario, e ci sconsiglia da prendere
certe iniziative.
Ma la legge non dice invece che il Ministero può concedere in concessione gli
scavi a chiunque, perché abbia rispettato l'articolo 8 ?
Nel mese di agosto dell'anno 2000 in località Pianacce (S.Giuseppino) durante
una passeggiata in campagna, abbiamo notato che a pochi metri, dal punto da noi
indicato come: ”Eventuale Sepolcro del R.P.” erano stati effettuati alcuni saggi
di scavo.
Altri saggi perpendicolari all'andamento dei DROMOS portarono alla luce altre
due Tombe a DROMOS con camera centrale, mentre una delle Tombe precedentemente
aperta, è stata ricoperta quasi immediatamente.
Detto ciò, aggiungiamo:
A noi avrebbe fatto molto piacere, durante questa iniziativa di scavo, almeno
essere stati interpellati; sia per correttezza, che per dare suggerimenti utili,
dato che siamo stati noi a fornire mappe molto precise, ed altro materiale
riguardante il suddetto “sito”, e potevamo indicare loro i punti di scavo con la
stessa precisione usta il giorno dei sopralluoghi.
Ci siamo sentiti in dovere di scrivere un esposto al Presidente della Repubblica
per avvertirlo dell'andamento dei fatti, ed anche perché tutto stava accadendo
tutto, senza che noi venissimo interpellati da nessuna autorità.
Infatti eravamo convinti (fino ad oggi), che il Ministero quando da una
concessione, per un punto dove sono avvenute (ufficialmente) delle
segnalazioni, per lo meno ne avrebbe avvertito gli scopritori.
La lettera è molto sintetica e di poche righe, 0rdina espressamente al
Soprintendente di Firenze:
“Si trasmette in allegato la nota* dei sigg. Giancarlo Pellegrini, Vito De Ieso,
Romagnoli Stefano pervenuta per il tramite del Capo di Gabinetto e si invita la
S.V. a dare diretto riscontro ai richiedenti, tenendo informata questa
Direzione.
Firmata dal Direttore generale "Giuseppe Proietti".
* Per nota si intende la lettera da noi mandata al Capo dello Stato il
24-05-2001.
Ancora nessun contatto con noi.
Speravamo tanto in un contatto, o una collaborazione, ma purtroppo la
Soprintendenza locale sembra non voler scendere a compromessi, con tre semplici
operai, quasi analfabeti come siamo noi.
Ecco alcune righe della lettera:
Nonostante tale esplicito invito, a tutt'oggi, i miei assistiti non hanno
ricevuta alcuna Vostra risposta e, cosa ancora più grave, nessuna notizia è
stata loro fornita in merito alle attività di scavo recentemente intraprese in
località “Pianacce” dal Gruppo Archeologico di Sarteano, sotto la direzione
della Dott.ssa Minetti, con cui, proprio in questi giorni, si stanno riportando
alla luce importanti sepolcri rinvenuti nei luoghi esatti a suo tempo indicati e
documentati dai miei assistiti (prova di tale individuazione è anche contenuta nella copiosa documentazione agli atti, del procedimento archiviato presso
la Procura di Montepulciano).
Si dice che nella camera portata alla luce, ci siano delle ulne e sarcofagi, tre
o 4 , non si sa con precisione per adesso sono solo voci.
Adesso non solo, non ci vengono riconosciuti i nostri meriti, ma si cerca di
portarci via anche la scoperta di certe sepoltura venute alla luce in qui
precisi punti, da noi indicati in precedenza.
Un'altra trainante motivazione che mi
ha spinto a scrivere tutto questo, è una frase che mi sento ripetere da anni, e
credo sia venuto il momento di chiarire anche questa situazione:
Tali sopralluoghi (indetti dalla Procura della Repubblica di Montepulciano)
hanno voluto verificare se quello che noi avevamo affermato nel nostro “esposto,
riguardante i ritrovamenti”, corrispondeva a realtà , oppure fossero state delle
bufale da noi inventate per qualche motivo.
Nei suddetti sopralluoghi sono state analizzate tutte le aree contenute dentro
i “14 ampi cerchi” della cartina in questione.
All'interno di ognuno dei suddetti “circoli come dice il Dott. Iozzo”, ho indicato tutti i rispettivi
punti (più volte fotografati e dettagliati da misurazioni, e punti di
riferimento da parte degli addetti), nei suddetti punti, si sarebbe dovuto
(scavare) per portare alla luce le strutture da noi individuate.
Lasciamo pure perdere quindi le necropoli, si sa bene che erano già conosciute
da tutti, è noto che Sarteano è circondato da necropoli Etrusche, ma qui si
tratta di sepolture, e di punti esatti da noi scoperti, ed in seguito indicati
e segnalati ufficialmente,
nei quali la Soprintendenza avrebbe dovuto scavare per portarle alla luce.
Infatti gli scavi si stanno svolgendo
alle Pinacce, ed è questa località il fulcro della questione attuale, il (Podere
Le Tombe) , si trova in ben altra località, distante qualche chilometro, tale
(Podere Le Tombe), e' si, una zona archeologica, ma non a niente a che vedere
con gli attuali scavi e ritrovamenti in oggetto.
E per poi dirla tutta, Sarcofagi ed
urne, in quel punto del pianoro, ne sono stati trovati parecchi, ed uno anche
dentro la Tomba dipinta, quindi non corrisponde a verità nemmeno la seconda
parte del discorso in questione.
La necropoli, poi, ed in particolare l'area nella quale i Sigg. De leso,
Pellegrini e Romagnoli postulano l'esistenza del sepolcro del Lucumone Pursina,
a parte qualche sporadico oggetto è prevalentemente di IV sec. a. C; quindi è
praticamente una mera utopia volervi ritrovare (e ricercare, ammesso che andare
alla caccia di uno specifico sepolcro sia scientificamente ammissibile e
corretto nell'ottica della tutela di un sito archeologico) il sepolcro di un
Lucumone morto alla fine del VI sec. a. C! Senza considerare che le dimensioni e
l'imponenza supposte per tale monumento sepolcrale sia dalle fonti antiche che
dagli studi moderni, mai potrebbero trovar posto nella conformazione geologica e
topografica del costone collinare in corso di scavo al momento.”.
Nella località (Pianacce), (se non erro) esistono “documentati ufficialmente”,
circa 2 interventi di ricerca, uno dei quali effettuato dal dott. Guglielmo Maetzke nell'anno 1954-1956, e tale intervento si riferisce allo svuotamento e
ripulitura della tomba (gia profanata), al margine destro del PIANORO in
questione, denominata anche (Tomba di Famiglia di S. Giuseppino), a sinistra
della quale, sono avvenuti appunto gli scavi (in
questione) .
Per il semplice motivo che le nostre ricerche Storico / Scientifiche, sono avvenute
nel pieno rispetto delle leggi, e le SCOPERTE si sono verificate tutte “durante
la elaborazione dei dati cartografici e storici”, e quindi in maniera casuale, e
quasi “virtuale”.
Ci eravamo resi conto, che potevamo facilmente "ed è stata una cosa puramente casuale"
individuare i punti (con una precisione quasi centimetrica), dove a rigor di
logica si sarebbero dovute trovare, parecchie "sepolture", ancora da portare
alla luce.
Unendo il mio iper intuito "ereditario" per l'individuazione di siti
Archeologici, e di tutto quello che riguarda (tesori nascosti), alla grande quantità di informazioni acquisite attraverso le
ricerche sopra citate, ho deciso poi di descrivere nel LIBRO in questione, non
solo i punti visibili, già alla luce, ma anche quelli ipotetici ma quasi
sicuramente precisi "ancora nascosti", indicando anche, l'ipotetica
ubicazione della Sepoltura del
Famoso Re Etrusco PORSENNA, individuazione avvenuta unendo le leggende paesane,
ai testi Varroniani, e parecchie deduzioni fatte da noi stessi.
E' durante questa fase che ci rendemmo conto (del fatto), che non avremmo mai potuto
far pubblicare un libro del genere, il motivo ? Semplice chiunque avesse quel
libro a portata di mano sarebbe potuto andare ad eseguire scavi abusivi, con una
"mappa" precisa e facile da interpretare, e quindi la Tutela del Patrimonio
doveva ad ogni costo essere garantita.
Il sindaco Dionori di Sarteano mi manda una lettera, lamentandosi per gli
“attacchi” che secondo Lui io facevo in alcune riviste e quotidiani, e forum
internet, ad alcuni rappresentanti della locale Soprintendenza.
Minacciandomi, di procedere d'ufficio se avessi continuato a scrivere le mie
(legittime) rivendicazioni.
Ma vogliamo scherzare…?
E la libertà di pensiero, e quella di opinione, e i
diritti del cittadino??
Qui fino a prova contraria le scoperte da noi fatte sono “reali precise e sono
già in parte già venute alla luce”, quindi se qualcuno tenta di portarci via il
titolo di (primi scopritori), mi pare ovvio che noi ci difendiamo, visto e considerato
il fatto che abbiamo anche 8 kg di documentazione
giudiziaria, la quale conferma e attesta tutto quello che noi stiamo
rivendicando.
Abbiamo consegnato alla Procura un esposto, dove "in parole brevi” si chiede
alla Procura di poter essere dichiarati “Scopritori Ufficiali”, tramite una
sentenza del Giudice.
Il nostro intento e quello di tentare la via legislativa, visto che la
Soprintendenza non ci vuol sentire, e non se ne parla nemmeno del fatto di poter
essere dichiarati Scopritori da Loro.
Purtroppo, ma (era prevedibile) il caso è stato archiviato, con le seguenti
motivazioni:
Il caso riguarda procedure prettamente civilistiche, e quindi un tribunale
penale non poteva intervenire.
Una volta ottenuto il riconoscimento Pubblico/Scientifico, saremmo già a metà dell'opera.
Nelle raccomandate si sollecita il riconoscimento per le nostre scoperte del
1995, richiamando il primo esposto ufficiale che facemmo in quella data, sottolineando come fino ad oggi,
non ci sia stato nessun cenno di attribuzione di meriti.
La lettera replica in pratica le risposte che abbiamo ottenuto fino ad oggi, ma
i punti in questione si sono ridotti a solo tre.
Secondo la Soprintendente, noi avremmo fatto delle "ricerche
non autorizzate" e senza
avvertirne il proprietario del terreno, in oltre dice che "le zone erano gia
note", e che le nostre furono supposizioni, e non segnalazioni.
Tutto questo, nonostante che, (in varie occasioni), abbiamo dimostrato, di
essere in possesso di una copiosa documentazione, con la quale, (in qualsiasi
sede), noi saremmo in grado di smentire le affermazioni, con le quali, la
Soprintendenza in questi anni, ha sempre preso posizione dominante nei nostri confronti.
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L'unica ricognizione avvenuta sul terreno è stata quella di una passeggiata
innocua, e non certo con l'intento di scrutare e sondare il terreno al fine di
individuare "tombe etrusche", (come invece sembra voler affermare la nota
della Soprintendente).
Non va dimenticato in oltr l'Art.33 della Costituzione Italiana: " L’arte e la
scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento" la ricerca scientifica e
storica fanno parte della SCIENZA, e quindi non costituiscono REATO.
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le nostre non erano "supposizioni", ma esatte segnalazioni, i punti da noi
indicati con precisione, ed il dito indice puntato verso il basso, furono più
volte fotografati durante i sopralluoghi, con la Procura, dei tanti testimoni
presenti, ed alla presenza dell'Ispettore Onorario della locale Soprintendenza,
e nei rapporti, si leggono sempre righe simili a questa: "gli esponenti
indicano il punto dove si trova una Tomba Etrusca ancora inviolata o non
visibile", non mi pare si stia parlando di "supposizioni".
In tale lettera ufficiale, spiegavamo e smentivamo la Soprintendenza del fatto che,
non abbiamo mai fatto ricerche archeologiche non autorizzate, mandandole come
prova il decreto di archiviazione il quale confermava ciò che diciamo in
questa lettera, già nel 1995.
Il Soprintendente per la Toscana, risponde con una lettera sintetica contenete queste parole:
"non ho nulla da aggiungere a quello che ho gia detto nella precedente lettera".
Il Mediatore mi ha risposto con raccomandata dicendomi che ha assegnato al mio
caso un numero di fascicolo, e se la denuncia andrà avanti e quindi la
commissione decidesse di risolvere in caso, sarò avvertito al più presto.